Rev. Leonardo Anfolsi Reiyo Ekai

link della pagina: https://bit.ly/connetto
In questa pagina sono contenute le 5 LEVE: 1) la chiamata delle 19:30 che è per tutti poi (esposte per sommi capi) 2) la chiamata di antenati, maestri e messaggeri 3) la teurgia e la contemplazione dell’Assoluto Onnipotente Splendore 4) la comprensione degli Enti (come vivere ogni fenomeno in modo vibrante e vivo) 5) la quinta leva viene conferita altrove e si tratta di un rituale quotidiano di aperta preghiera, teurgia contemplazione.
Rassicuriamo i più “fissati” sul fatto che tutto ciò non contiene nulla di oscuro. Sempre che non si chiami così qualunque cosa che non sia il proprio dogma religioso. Chi adora la “Verità” è perché se la immagina. Al contrario chi contempla la realtà per come è ne comprende lo splendore in ogni forma e perciò non sputa sulla spiritualità altrui ma vive sinceramente, eticamente la propria.
1- chiamata delle 19:30

Ogni giorno alle 19:30 invito tutti i miei amici, conoscenti, allievi e tutte le persone di “buona volontà” a connetterci mentalmente assieme.
La mia è una proposta serena e senza altro fine che quello di connettere tutti ad un sentire ampio, amorevole, positivo, vincente, potente, realizzativo nelle cose e nello spirito. Non è la “mia” proposta ma un dono ispiratomi che già appartiene a tutti; non ha un copyright, per cui invito tutti a tramandarla però spiegandola bene, rimandando le persone a questa pagina [se vuoi copia e incolla il link]
leoanfolsi.com/tutto-si-connette-se-vuoi
o facendo in modo che si tramandi intatta. Se preferisci fai pure copia/incolla del testo e mettilo sul tuo sito, pagina Facebook o Truth, chat di Telegram, Ramble o blog; puoi citare o no il mio nome, fai come preferisci, ma ti chiedo di non avere in mente secondi fini ma solo il desiderio di
accomunare individui liberi e pensanti
condividere amore, forza, creatività e gioia sempre di più
lasciare che le persone – grazie a questo dono – senza saperlo possano agire in sincronia per la libertà
lasciare tutti liberi di affermare i propri principi profondi (filosofici – religiosi – spirituali)
creare una teurgia nazionale che vinca la follia materialista del “mors tua vita mea”: ognuno sia il “patriota” della libertà della propria gente
non usare questo dono per diventare un opinion-leader di altri ma un servitore di tutti: un vero maestro è il servitore/libero di tutti che non si fa incastrare da nessuno, nemmeno da se stesso, e così servendo liberamente tutti nella gioia si intravvede la strada per la vera maestria, a che tutti vi accedano. Parlo sul serio, non di presunzione ma di realizzazione VERA.
Segui con attenzione ogni punto; prenditi il tempo che ti è utile per capire questa prima leva, perché qui hai una VERA svolta nella tua esistenza, non si parla vagamente di cose tipo “pensa positivooo” o “Legge di attrazioneee” ma ti stiamo conferendo 1 FATTO CHE INCIDE LA TUA REALTA’ E LA TUA ESPERIENZA PER SEMPRE RENDENDOTI UN FARO
Questa mia proposta vede la luce nell’Ottobre 2015
La preparazione di tutto quanto sto proponendo è questo: 1- sulla base della tua pratica spirituale, dei tuoi convincimenti, della poesia che senti sgorgare da te come atto divino, trova una frase, una parola che diano il senso preciso e potente del tuo amore per lo splendore e della tua gioia nel percepirlo 2- impara a metterlo in un solo pensiero che al contempo a) ti faccia rizzar i peli b) ti dia estasi c) ti faccia sobbalzare con un brivido di rinnovata energia d) ti dia una pace feconda, creativa, accogliente e) e ti lasci con la voglia di ripetere ancora e ancora questo gesto dell’anima
Cosa facciamo insieme alle 19:30?
Inizia facendo così: ogni giorno alle 19:30 hai pronta una sveglia sul tuo cellulare che suonerà in modo gioioso. È in quell’istante che ti ricorderai di tutti i tuoi amici e di coloro che ti vogliono bene e con il gesto che preferisci evocherai di colpo tutto l’amore, il potere (sì!), la gioia e la bellezza di quella intima comunione.
Può essere uno schiocco di dita, o un gesto di lancio, comunque qualcosa che non ti imbarazza se sei in pubblico, per esempio potrebbe sembrare che ti viene in mente qualcosa (schiocco!) o che indichi una direzione o verso l’altro (“gia!”) spingendo il dito (“là”) o girandolo come ponderando (“mmh!”) o rimandando (“domani…”) ma DEVE DARTI UNA SCARICA DI GIOIA POTENTE
Ad occhi aperti, mentre fai il tuo “gesto” hai il senso preciso “che tutti quanti sono con te” e ne provi l’emzione immensa, sempre più immensa e viva e sempre più, al contempo, in te e ovunque. Se sei con altri, ti sposti, ti assenti un attimo e “bum!”.
I nativi americani dicono “akalottahey” evocando tutto il vivente e gli antenati/guida, i cristiani invocano la “comunione dei santi”, gli shivaiti dicono “bolenath” chiamando “tutti i nath” cioé i “signori”, gli zen si inchinano tre volte profondamente alzando da terra le palme delle mani verso il cielo, i sufi si dicono sottovoce “(la hilele) illallh!”, i lama tibetani recitano “om mani padme hum” per dire che tutto è perfetto e che tutti sono abbracciati dalla compassione divina, nell’antico occidente la vita di tutto e la Comunione del vivente era sentita con la “E” di Delfi e recitavano “evohé” e “e nos lases iuvate…”.
Mettici dentro una “parola di evocazione” – che può essere una sola parola o una brevissima frase – che affermi quanto fai: un bambino che conosco dice “expecto patronum!” come nei film di Harry Potter, questo mi ha molto commosso. Un amico teologo dice “cristus vincit”, un amico ebreo “shemà israel” chiamando “Israele” anche tutti i suoi amici. Potrai cambiarla se vuoi, ma dopo qualche mese che la pratichi, se ti è possibile, mantieni per sempre quella. Se sei in pubblico dì la tua parola in silenzio.
Mi piace ricordare che come “parola di evocazione” Gustavo Adolfo Rol diceva: “io sono il cinque verde” sintetizzando tutto un suo percorso e sentire profondo. Sì, questa è una evocazione e racconto tutto questo per mostrare come ognuno abbia la propria “magia” ovvero il proprio modo funzionale, sensibile, pratico quindi potente per richiamare in sé il tutto e la comunione di tutti.
Ovviamente puoi praticare questa stessa “chiamata” in vari altri momenti del giorno e della notte. Anzi, te lo consiglio, così diventi sempre più forte e chiaro in questo sviluppo meraviglioso. Noi viviamo di amore, non di opinioni o di certezze, ma nel cambiamento e nella gioia che condividiamo in semplicità. Da qui parte la meditazione profonda, non prima.
Speranza e paura sono lasciate andare nella celebrazione del momento presente e delle nostre intime connessioni.
Da qui partono la vittoria e, infine, l’illuminazione resa vita reale. Che siate tutti vittoriosi, che siate tutti quanti questo mondo nella sua più elettrica e vertiginosa interezza. Un grande inchino a tutti voi e in particolare a TE

2- la chiamata di antenati, maestri e messaggeri
Tutti noi abbiamo sia antenati del sangue che antenati spirituali ed è bene spiegarsi su di questo eliminando certe ideologie che possano avere creato confusioni in noi, quindi nella nostra volontà, fino a deviare la nostra intenzionalità spirituale più profonda.
Come discendenti di una linea famigliare di sangue siamo i figli, i nipoti, i pronipoti di qualcuno: da un certo punto di vista ne siamo il “prodotto” inconsapevole, da un altro punto di vista siamo la freccia che loro hanno scoccato “geneticamente” già molto tempo fa, la penultima questione è che questa discendenza ha anche un valore spirituale, l’ultima è che dobbiamo fare pace con questo nostro passato profondo e ritualmente ringraziare i nostri antenati come anche ricevere da loro la forza completa del nostro lignaggio.
Servono alcuni esempi: 1) Abbiamo litigato quasi da sempre coi nostri genitori: come facciamo a ringraziarli o, finanche, a perdonarli? Francamente non so darti una risposta, ma so che serve in primis difendersi da dei genitori matti, difficili o impossibili e poi, dopo un po’, ripensandoci, riesci a capire che tipo di dono ti sia giunto da loro; per esempio io non ho ricevuto una vera educazione alle relazioni perché i miei sono due eremiti; ah, vedi, ecco come mai so stare benissimo da solo e me la godo così tanto… 2) Supponiamo che la pronipote sia una tipica streghetta sciamanetta del nuovo millennio e uno dei suoi antenati (anche gli zii contano) sia invece un bel monacone cistercense o altro. La figliola storce la bocca, non capisce che quanto la fa sentire viva e spiritualmente libera siano fondamentalmente gli stessi valori dell’altro però formulati in altro modo. L’unica questione che indichi una qualche levatura dell’uno e dell’altro è la sincerità verso l’assoluto ed il fatto che nonostante entrambi frequentino dei “contenitori”, possono usare questi bene o male; santità e magia possono toccarsi quando sono vinte la presunzione, la proiezione eidetica delle nostre convinzioni (che affloscia sia la preghiera che la pratica magica), la cupidigia. Poi, soprattutto, si tratta di volgere quanto da loro realizzato solo per il bene e non verso il male, e mi vengono in mente due famosi personaggi: Frate Lorenzo della Resurrezione e Giuliano Kremmerz, ovvero un frate e un mago, i quali mai si sarebbero accusati mentre, al contrario, si sarebbero ammirati. E che dire di coloro che furono entrambi, frate e mago, quali Bernardo di Chiaravalle, Giordano Bruno e Tritemius da Spanheim? 3) E’ uguale se tu ti ritieni orgogliosamente anarchico situazionista mentre un tuo nonno è stato camicia nera della rivoluzione fascista; buono o cattivo non dipende dai colori di camicie e sciarpe. E poi, anche qualora un tuo ascendente sia stata una persona indegna – comunque – devi fare pace con la sua memoria che è in te. DEVI perdonarlo e passare il rullo della compassione su quanto ha fatto e ringrazialo con piena gratitudine di essere stato comunque parte del tuo passato. Ho un caro amico che viene da una famiglia che anticamente era ebrea, ha un fratello frate capuccino, e lui è musulmano. Si è preso cura con amore fraterno di suo fratello, il frate, e entrambi noi, guaritori buddhisti, lo abbiamo guarito. Come chiaro segno dei tempi è rimasto ucciso da un errore dell’ospedale. Il perdono è necessario ma entro breve, per molti di questi crimini sanitari, i nodi arriveranno al pettine, perché la storia deve fare il suo corso, ma noi non tratteniamo rancore, anche quando agiamo decisamente in un qualche senso.
Per quanto riguarda la discendenza spirituale-famigliare, questa è relativa a tutti coloro che dal passato hanno creato in noi una propensione verso lo spirito e, questa, oggi più che mai, risulta ben stagliata e nitida come opzione nel disastro attuale. Il nostro avo può essere una persona pia o religiosa, ma anche un artista, un poeta, una madre dedita e sorridente, un padre gentile e saggio, oppure forte nel carattere ma giusto fino in fondo, alcune persone non fanno mostra di sè ma capiamo che hanno una pienezza particolare. Una frase che uso per farmi capire quando parlo di persone disgustose – come certi materialisti schierati con l’ipervaccinismo e il transumanesimo – è: “la loro nonna non ha detto mai il rosario”. Detto da un maestro di buddhismo. La religione serve, eccome. Nel caso si avesse tali avi pervertiti si dovrebbe procedere con una purificazione rituale. Talvolta per aiutare a guarire qualcuno siamo costretti a rimuovere – se ci è dato e se serve – simili pesanti carichi dal loro passato ancestrale.
I nostri antenati ci danno forza, ci apportano certezza e ci incoraggiano a imprendere, a viaggiare, a conquistare, ad avere cura di tutto. Sono la nostra “pacca sulla spalla esistenziale” ed è fondamentale sentire il loro sorriso con noi, che ci corregge e ci incoraggia.
L'Infinito, il Non-nato, L'Assoluto Onnipotente Splendore, l'Inviolato, l'Immortale, il Divino. Ci mettiamo anche "Dio", "Nirvana" o "Illuminazione" o "Satori"? Questo per dire di ciò che sta da sempre oltre l'esistenza psico-fisica, quindi al di là della sofferenza che sorge dall'esistenza condizionata. Ce l'hanno ripetuto senza alcuna pietà da sempre e se siamo saggi, da noi stessi, possiamo capire come questo sia un serio esame delle cose. Se impari a vivere di conseguenza tu diventi capace di concepire la libertà completa, che non dipende da cause e che ti rende qua, in questo mondo, un monarca universale; anche con i tuoi "problemi", la tua calvizie, il tuo desiderio di tabacco, il tuo carattere strambo o incapacità di comunicare. Se capisci questo e metti in pratica le tecniche come anche tutte le nudità interiori che ci espongono all'eterno, sinceramente, gioiosamente, allora inizi a scolpire il tuo trono eterno, incontrovertibile, beato, inafferrabile nello spirito. decidi beatamente ora.
Arriviamo finalmente ai maestri: questi possono essere archetipici, metastorici, eggregorici, di ascendenza famigliare o religiosa o conosciuti. I maestri archetipici sono maestri simbolici o umani, alcuni di loro sono iniziati realizzati “divinizzati” – a giusto motivo – (in Tibet c’è Shenrab Miwoche per i bőn / Guru Rimpoche per i buddhisti) o resi tali (es. il Saint Germain new age); poi ci sono quelli simbolici che sono archetipi costruiti (in Giappone shinto: Amaterasu / buddhismo: Birochana-Vairochana/ commistione: Sogyo Hachiman) e quindi sono come arcangeli con vare funzioni cosmiche, per esempio in Giappone ecco che il Sole ha queste varie forme. Noi occidentali tecnoidioti crediamo che il Sole sia una cosa, pur grossa, ma solo cosa, mentre chi intuisce il mondo per come è capisce che dobbiamo instaurare una relazione con queste potenze e così abbiamo nell’ebraismo e nel cristianesimo Michael Arcangelo (Mikael = Chi come Dio?). Di fronte a queta realtà in ogni tempo e civiltà si sono trovate soluzioni per dialogare con queste enormi potenze, che vanno dai sacrifici umani e animali (spero che chi mi legge non faccia parte di quell’esercito di poveretti che credono che chiunque citi qualcosa la apprezzi o la lecchi di nascosto) fino ai rituali collettivi come quelli brahminici (Sole = Fuoco), alle processioni cristiane, alla preghiera islamica ed ebraica o alle teurgie pagane (Sol Indiges / Sol Invictus) e buddhiste (Vairochana / Kalachakra).
Io ho la ferma convizione da anni che il nostro compito di individui consapevoli sia quello di generare una nuova teurgia delle potenze che sia – al contempo – interiore a ognuno ma anche collettiva e quindi celebrata in un libero atto intuitivo. In questo modo il potere Solare potrà essere regolato grazie all’amore pulsante che muove l’Ente Solare in quanto cuore collettivo.
Così come l’inclinazione del pianeta terra sul suo asse dialoga con l’inclinazione/percezione data dal nostro cuore umano, così l’irraggiamento solare potrà unificarsi consapevolmente con la pulsazione del nostro cuore metafisico.
Fra i maestri archetipici sono anche quelli metastorici, che non sono ben chiariti dal punto di vista storico pur avendo una portata epocale, per es. Yeheshua Bin Yussef (Gesù il Nazireo) definito eggregoricamente come “il Cristo”, ovvero “l’unto” cioé l’eletto o, più umanamente, l’Iniziato. Del buon Gesù si può certo dire che non abbiamo testimonianze storiche molto ferme e precise, anche se fece parlare di sè da un certo momento in poi, ma ben dopo la sua dipartita; molti cristiani non accettano questo fatto perché secondo loro andrebbe contro la loro stessa fede. Difficile dire se Gesù fu una sola persona, se fu confuso con Giovanni Battista, o se invece fu figlio d’Erode o Pandira, se fu esseno, egiziano o semplicemente uno zelota, ma per certo possiamo dire che “fu fatto parlare” come mistico e mago e che comunque il suo insegnamento pare congruo anche se frammentato e stemperato oramai in una religione di “sola fide”.
I maestri eggregorici sono costruiti, volontariamente o meno, dal desiderio delle folle o dal clero e, su questo, dobbiamo cessare le considerazioni negative così tipiche ai nostri tempi; non sono oneste dato che che non tengono conto dei tempi ma solo delle noste lenti temporali.
Comunque: a causa delle eggregori e della vitalità delle stesse, possiamo capire come la madre storica di Gesù, chiunque ella fosse – persona eccezionale o comune che sia – alla fine abbia subito una “maturazione” in quanto simbolo di pace, amore, guarigione, conforto essendo che la sua storia poteva fungere da catarsi per i dolori di ogni uomo e, soprattutto, di ogni madre; e questo è innegabilmente un bene, a meno che non si voglia vedere questo in un’ottica speciosa e falsata da lenti grigie. Anche figure come quella di San Gennaro non sono da disprezzare in alcun modo, non sono da temere, ma da pensare con dolcezza e affetto.
Nell’antico Egitto, sappiamo da Giamblico, Plutarco e Apuleio che caricavano magneticamente, ritualmente e con onde di forma, delle statue appositamente fatte per ispirare il popolo e portarlo almeno ad una devozione verso gli archetipi se non ad una comprensione interiore degli stessi che doveva, almeno, essere realizzata dai sacerdoti e dai laici iniziati ad un determinato culto: a Dendera, Heliopolis e Menfi venivano organizzati dei culti misterici per molti versi simili a quelli eleusini e delfici, dove il popolo veniva condotto con momenti catartici collettivi o individuali in una initimità col divino. Quindi la Dea Gatto non era a dimostrazione della divinizzazione dei gatti nell’antico Egitto, ma ancora oggi dimostra l’idiozia e presunzione di noi contemporanei materialisti figli di una sempiterna spocchia dogmatica. Per gli egizi, il cosidetto dio-unico era evidente e sacro in quanto esperienza/vita ovvero “volto”.
Tornando sul tema, come ho detto, un nostro stesso famigliare potrebbe essere un essere spirituale di grande levatura, come mio zio Emilio, uomo di grande cultura, sensibilità artistica, bontà inarrivabile, dedizione per la sua sposa, e dolcezza. Al contempo mio nonno materno era socialista, massone e devoto di Padre Pio, che lo accarezzava sorridente, era così buono e impossibilitato a fare del male che durante la prima guerra mondiale combatté sul Carso come portaordini, cioé come bersaglio umano. Però netta resta la differenza, l’uno era un sole spirituale, con un’aura larga un braccio e un sorriso estatico, l’altro un uomo buono, un buon-soldato-Sc’vèic.
Infine ci sono tutti quel maestri che discendono da un lignaggio religioso e che magari sono stati nosti intimi o che, almeno, li abbiamo conosciuti. Direi che in ogni civiltà il senso del lignaggio sia importante e significativo nel culto, personalmente sono l’ottantaquattresimo discendente di Siddharta Gotamo, ovvero Buddha Shakyamuni, cioé il Risvegliato Asceta Silente della Famiglia Shakya. Il Buddha storico è, al contrario di Gesù, veramente storico, dato che è andato ovunque camminando e camminando lasciando traccia entusiastica di sé, o essendo detestato e deriso da quasi tutti i sacerdoti bramini. Ho sempre trovato divertente il fatto che Buddha sia davvero storico ma che ciò poco importi, in fondo, per i buddhisti, mentre è cruciale oggi più che mai che Gesù sia storico – per i cristiani – sebbene ogni sforzo di storicizzarlo, sinceramente, non fa che allontanarcelo nella nebbia del tempo. Nemmeno è certo che sia esistito. Eppure è così facile accedere al Cristo tramite l’eggregore milenaria che si è formata!
I maestri hanno una potenza estatica ma scuotente, che ci esalta e ci libera, perché questa è la loro funzione. Liberarci. La “santità” intesa come “stato vivo di pienezza” e non – come si usa dire – “esercizio eroico delle virtù” è un valore fondante non solo la spiritualità ma anche la civiltà e conoscere un religioso di qualunque religione che ne sia portatore irraggiante è sempre una cosa bellissima, come è sorprendente e molto godibile sentire lo stesso sapore che si conosce ma da un’altra zuppa, con altre spezie.
Avere maestri capaci e soprattutto un maestro spirituale che ci sappia portare al risveglio è un’occasione unica e eccezionale ed invito tutti a rigettare la tipica spocchia contemporanea del “faccio da me” che a nulla porta e che nessuno rende libero. E’ ovvio che farai da te, chi dice il contrario ti sta truffando, ma è che quando sei neonato, ai primi passi, devi perfino capire il concetto di “andare fino alla porta” perché nemmeno pensi che sia “impossibile”, ma è che neanche la vedi. Allora, i più, quando intravvedono la porta pensano di avere raggiunto un alto livello spirituale. Non ci sono alti livelli spirituali: o ti illumini o come una falena giri intorno alla luce.
La “levatura spirituale” è solo una finzione da monsignori o è chiappe strette, cioé il permenere in una attitudine o codice o ambito noti, falsi e fortificati nei quali non metti mai in gioco chi sei.
I messaggeri sono tutti quegli esseri che ci attorniano con la funzione di mediatori. Rabbini e mistici sufi diventati leggenda ci hanno raccontato dei loro incontri con esseri umani inaspettati dalle doti impressionanti o del tutto inconsapevoli di essere i messaggeri della divina volontà.
Io stesso incontrai uno di questi messaggeri che mi mostrò uno strabiliante spettacolo di poteri psichici; era uno strano uomo istintuale e furbo ma sempre in ascolto della mente altrui per aiutare tutti nella loro fioritura: “profetizzò” di me cose che mi sorpresero e che mi furono ripetute da altri maestri. Piccoletto e magrino, era dotato di una forza fisica sbalorditiva che motivava come “volontà”.
I messaggeri possono anche essere degli umani qualunque, come il poliziotto che derise il rabbino narrandogli dove fosse nascosto il tesoro che questi cercava “sono mica così scemo da credere in un sogno dove un angelo mi dice che a casa tua c’è nascosto quello che cerchi dietro al focolare!”. O quelle persone comunissime, peraltro non-ebree, che parlando con dei rabbini dalla potentissima preghiera spiegavano loro passi del talmud lasciandoli stupefatti. Mi sono successe personalmente cose simili.
Chiesi un giorno a un mio allievo, noto per la sua saggezza e cordialità, cosa ne pensasse e se fosse il caso che dessi un certo insegnamento molto delicato. Questi, nella vecchia libreria Marzocco di Firenze, non si scompose, girò all’indietro il braccio, e prese un libro che aprì senza indugio leggendomi una frase di un maestro sufi che citava – in ambito islamico – un punto essenziale TECNICO E PRECISO di quello stesso insegnamento “Vedi dunque la potenza di Questo… Possiamo dunque decidere noi cosa fare?”. Sorrise riponendo rispettosamente il libro nella scansia con un leggero inchino.
Oppure possono essere messaggeri spirituali che appartengono ad altre sfere, talvola presentandosi con forme spaventose – i tibetani sono maestri inarrivabili nell’iconografia di costoro – probabilmente tradotte da noi umani così per inadeguatezza della nostra abitudinaria esperienza percettiva; nello stesso modo, del resto, apparve Nietzsche ai suoi contemporanei – folle & corrusco – mentre questi pensava la stessa cosa di loro. Il terribile – bhairav – è un modo adulto di intendere la potenza divina che non ci è nemica, ma è che per propria natura, data la finitezza del sentirsi umano della persona media, non può che presentarsi così. Chi conosce la qualità corrusca e consumante della potenza divina sa quanto sia ricolma di forza e d’amore: “Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Dante, Leopardi e D’Annunzio vedono.
In altre circostanze i messaggeri appaiono invece come eterei e beati, o come consiglieri precisi, quindi non stiamo parlando di allucinazioni o proiezioni eidetiche, bensì di esseri con una esistenza parallela alla nostra. Veggenti come Gustavo Adolfo Rol, Daskalos e Mario Azzoni erano e sono capaci dialogare con questi “spiriti” che danno loro informazioni molto precise su luoghi, persone e circostanze. Invece vari maghi o visionari del periodo vittoriano persero tempo altresì prezioso, semplicemente descrivendo infiniti mondi paralleli, fra questi abbiamo Max Hendel, Helena Petrovna Blavatski, Annie Beasant, Alice Bailey e poi anche Rudolf Steiner che però fu un caso a parte per molti motivi positivi (e qui ancora mi smarco dai poveretti astoricizzati che leggono con la testa di oggi il tempo che fu), fino ai migliori deliri della Golden Dawn dove qualcuno esplorava tutti, ma proprio tutti, i mondi delle sfere di Assiah e di Briah. La cosa interessante è quando interfacciandoci con queste realtà, al posto di “canalizzare” ogni banalità probabilmente immaginabile, riusciamo a imparare qualcosa di utile, di dimostrabile – leggasi “incontrovertibile” – e che sia utile magari anche ad altri. Ma, si sa, io tengo al pratico ed i voli pindarci mi hanno sempre annoiato. Qualcosa o funziona o non funziona, o è utile o non serve. Questo vale per il mondo “pratico”, e il mondo spirituale è pure “pratico”, se no è solo “immaginale”.
COME VEDI CITO PERSONAGGI STORICI POCO NOTI AI PIU’ E NON I SOLONI DEL NULLA ESOTERICO
Se ti costa troppa fatica capire farai bene allora ad ascoltare chi ti rassicura su ciò che già credi di sapere
Inutile che cerchi un sapere superiore perchè è muto quanto evidente se hai l’occhio/volto per vederlo
Al momento ti serve capire cosa fare per agire e non l’almanaccare cosa è il mondo inventato dalle umane parole
Però ora devo ancora per un po’ parlarti per portarti dalle umane parole – lentamente – al capire/agire
Nella tradizione magica occidentale, sia elisabettiana e vittoriana che alessandrina e rinascimentale, come anche in quella paracelsiana e tritemiana, dopo una prima preparazione mistica-contemplativa si inizia il percorso per addivenire al dialogo col Genio, ovvero il Santo Angelo Custode, una esperienza a dir poco esaltante quanto intima. Questo livello della pratica sarà considerato al capitolo 5.
Faccio una parentesi (lo so – lo so) per rammentare che oramai è cosa risaputa anche se difficile da accettare che tutti i filosofi a noi noti – per non citare l’egizio Imothep ed il tirreno Pitagora – da Parmenide fino a Plotino furono praticanti di teurgia, ovvero di evocazione del principio Uno e delle sue potenze.
3- IL PRINCIPIO UNO: L’ASSOLUTO ONNIPOTENTE SPLENDORE
A questo punto è essenziale imparare di nuovo la eccitazione e la beatitudine che viene dal vedere e sentire lo splendore di tutto. L’eterno/infinito non è distante e, anzi, è contenuto in ogni respiro, in ogni foglia. in ogni sguardo.
Si impara una invocazione che si innesta sul lavoro già svolto con la Chiamata e quindi con le successive chiamate giornaliere che diventano una evocazione dell’eternità, dello splendore, e infine del genio e degli enti. “Cerca il regno dei cieli (e portalo ovunque in te) …e il resto ti sarò dato in aggiunta!”.
Ci sono anche metodi per accendere in noi questa attenzione, ma anche è sempre importante amare ciò che si vede, e la prima cosa che vediamo è la luce.
Dove sorge, da dove, intendo, per illuminare il mondo? Qui si arriva al Mistero/Volto. Inutile parlarne quando in realtà ci sono tecniche da praticare.
4- GLI ENTI
Ogni ente è vivo, sia esso animale, vegetale, minerale, anche se la “vita” ha modalità diverse e, certamente, nella sua complessità, è ben più ampia di ciò che ai nostri tempi consideriamo “vita biologica”. E ci sono anche enti metafisici con scopi e funzioni particolari. Ma già trattando di un albero, per esempio, da dove si inizia a percepirlo come “ente intero”?
Iniziamo da questo per dire che dovresti vederlo con tutte le sue radici, così da averne una integrità completa, e la chioma dovrebbe emanare una luce che già gli scorre da dentro. quello scorrimento è anche coscienza nell’albero. Percependo la vita dell’albero riceviamo l’apertura a molte risposte ed un ritorno al mistero di tutto. Come si era da neonati, ma senza più il bisogno di smarrirsi.
5- IL RITUALE
Come si è detto viene conferito – tramite un rituale da imparare e da eseguire quotidianamente – uno sviluppo metodologico grazie al quale mettiamo insieme tutto quanto si è praticato in modo frammentato.
…M’APRI?… Metodo Applicazione Perfezionamento Realizzazione Inserimento
- Metodo metodo metodo
- Applicazione al metodo pedissequa e convinta – sempre di più – dai fatti
- Perfezionamento del metodo facendolo divenire forte usuale, atteso e ricercato
- Realizzazione del metodo vivendone potenza, spalancamento e beatitudine dallo spirito nel mentale (sanscrito Citta>Manas / tibetano Rigpa>Sems / cinese Shen>Wei-Qi / occidente Nous>Mens)
- Inserimento del metodo nel DNA, nei meridiani e nelle nadi e chakra quindi nei gesti, in modo che divenga vita reale
COME PUOI VEDERE DAL SECONDO PUNTO IN POI NON PRECISIAMO MOLTE COSE (ANCHE SE POTRESTI EVINCERLE SE SEI PRONTO) PROPRIO PERCHE’ CI TENIAMO A PRECISARTELE DI PERSONA PERMETTENDOTI DI FIORIRE COL TUO RITMO NELLA TUA ESPERIENZA SPIRITUALE