Qua prosegue la nostra metafora storica, dato che si articola molto bene per i nostri fini didascalici. https://bit.ly/metaforax

Alla base della scelta di imprendere una “Operazione Speciale” c’è qualcosa di COMUNQUE non-prevedibile, e l’esempio di questo alterco internazionale ci risulta perfetto per capire COSA DOBBIAMO INEVITABILMENTE FARE NOI, dato che ci permetterà di guardare fino in fondo il significato e la relazione che intercorre fra STRATEGIA E TATTICA.

Mi spiego: Putin avrebbe potuto mandare droni e aerei a Kiev e finire la “guerra” (allora si sarebbe chiamata così) in meno di 15 giorni. Ma lui voleva fare intendere che non si trattava di guerra e che perciò le forze NATO non avrebbero dovuto impegnarsi direttamente e quindi che avrebbero potuto evitare l’umiliazione di essere travolte in circa sei mesi in una battaglia-a-tutto-campo diretta e continuata con incalcolabili devastazioni che, comunque, la NATO vorrebbe innescare per indebolire così l’Europa che tanto teme, a causa del proprio imminente collasso finanziario. In più, la non-prevedibilità di questa situazione va nella direzione dell’impresa putiniana, dato che in ogni istante, visto la forza soverchiante che può mettere in campo la Russia, potrebbe accelerare la circostanza e rendere l’operazione una guerra a tutti gli effetti. “Surprise!”.

Oggi come oggi nessun esercito può essere equiparato a quello russo e questo è stato ammesso anche da alti ufficiali del Pentagono e di altri eserciti. La Cina e l’India, pur avendo eccellenze in vari ambiti militari, nulla potrebbero contro la Russia, non solo per quanto riguarda armamenti e uomini, ma anche per una industria di supporto che non ha uguali nel mondo capitalista occidentale, oramai schiavo dei guadagni su base speculativo/finanziaria; qua, invece, si va sul campo, e se la Wagner era solo una compagnia di ventura russa (ammesso che lo fosse), questo la dice lunga sulla combattività prevedibile di un esercito regolare russo, di professionisti, quando fosse scatenato sul campo.

Quindi una strategia DEVE innanzitutto calcolare quali sono le forze a disposizione di un esercito e per quanto tempo e anche dove sono e in quanto tempo e come possono essere posizionate. DA ciò parte lo sviluppo della STRATEGIA.

Riassumendo. Nel gioco degli scacchi (che è una “guerra molto semplificata”) la STRATEGIA è: 1) le regole del gioco (imprescindibili) 2) mettere in scacco matto il re avversario 3) mangiando i pezzi più potenti 4) eventualmente sacrificando – se necessario – quelli minori.

Mentre nel gioco degli scacchi le TATTICHE (al contrario della strategia) possono essere in effetti varie e complesse: A) cercare di aprire in modo ordinato e funzionale: apertura inglese, apertura Réti, apertura Bird, apertura Larsen ecc. B) mantenere il controllo della visione generale dei movimenti che si intrecciano sulla scacchiera e difendersi al meglio: difesa siciliana, partita inglese, difesa francese, difesa est-indiana, difesa Caro-Kann, difesa Pirc, difesa olandese, difesa nimzo-indiana C) osservare dove si appoggiano gli occhi dell’avversario D) cercare di non mostrare dove si guarda E) e cercare di contenere l’espressione delle emozioni più rilevabili F) semmai distrarre con una scusa plausibile l’avversario (negli “scacchi mongoli” è concesso muovere di nascosto i pezzi o colpire fisicamente l’avversario – 🙂 non scherzo!).

Da un punto di vista strategico, la Russia potrebbe continuare una guerra come ha fatto finora per altri tre anni – come minimo – la Germania per una settimana, massimo quattro. Gli USA per tre mesi. E l’esercito Ucraino era già uno dei più addestrati d’Europa, fra l’altro sulla pelle delle popolazioni russofone dell’Est che sono state sterminate e torturate fino a che non hanno costituito eserciti grazie all’intervento della Russia. Ora gli USA devono liberarsi di Biden, pena l’impossibilità di agire domani in un eventuale assalto alla Russia, magari dopo un’altra fake-Pearl Harbour o September Eleven & fake “armi-di-distruzione-di-massa”.

Ma – nella nostra metafora – chi rappresenta la Russia? Non equivochiamo, non sbagliarti, il tema centrale è e restano STRATEGIA e TATTICHE (nota il plurale): continua a seguire perché il tema “variabili” è essenziale.

Dove stiamo per arrivare? Stai pronto.

Una STRATEGIA devi pensarla in termini generali ma NON generici, deve considerare variabili basilari, che possono precedere delle scelte di fondo che non devono essere in alcun modo PRETESE o informate da diktat ideologici. Non si può qua essere dei sindacalisti, ma dei commercianti che calcolano tutto, anche la quota di reintegrazione del furgone che verrà dismesso in… 6 anni? Non si può pensare “fra sei anni sarò sufficientemente ricco da comprarmene uno uguale” perché non sappiamo nulla, ancora, dell’economia futura, e quindi ogni giorno DOBBIAMO mettere via due euro per ricomprarlo. E sperare, sulla base di quanto abbiamo calcolato e direzionato con la STRATEGIA, di riuscire nel nostro intento – in questo caso ricomprare il furgone – anche se ciò è secondario, mentre la strategia sembrerebbe inamovibile e monumentale.

Invece NO. Una strategia può funzionare se esiste alla base una logistica che ti permetta di cambiare un furgone danneggiato.

Su questa base ecco una vera TATTICA (finché dura e non cambia) ovvero ecco TUTTO IL VENTAGLIO DELLE TATTICHE POSSIBILI. Quelli della “logistica” penseranno al furgone (nel nostro caso a come avere energia o cosa coltivare questo mese nell’orto), mentre altri all’informazione e disinformazione (nel nostro caso a condivisione di informazioni e contenimento/diplomazia nei confronti delle istituzioni), altri alle tattiche sul campo di battaglia (nel nostro caso ad organizzare incontri – luoghi – possibilità).

Quindi: la STRATEGIA deve essere completa, NON IDEOLOGICA, però comunque monolitica e tenuta a mente e tuttavia adattata ai fatti in via di formazione diventando di volta in volta quella certa TATTICA e comunque rimanendo aderenti alla STRATEGIA in tutti i suoi aspetti generali. Così le forze si sommano, non si elidono e, per giunta, si arriva anche ad una autocorrezione tipica del kibernetes e della kiberne vivente, di cui la “cibernetica” elettronico/digitale è solo una vaga e mordace scimmia.

Un esempio valido per tutti di STRATEGIA da dovere eventualmente riconsiderare o ricompattare

Continuo con una inevitabile – dati i tempi – metafora miliare. Parte del nostro CASTRA è costituito da palizzate di pali puntuti fatti in modo che i barbari non possano oltrepassarli. Quindi: il nostro accampamento non è un oppida, cioé un paesotto che richiama abitanti in tempi di pace, ma un accampamento militare, il quale avrà compito di dare supporto ad altri sfortunati cittadini di STATO ITALIA s.p.a.

Cosa è per noi la palizzata esterna? Le leggi internazionali e – più genericamente – la giurisdizione internazionale della quale noi ci avvaliamo. E’ una palizzata invalicabile… A meno che…

Sono sempre passato per “capzioso” ovunque avessi aiutato altre organizzazioni-fintamente-democratiche a mettere in moto processi di crescita collettiva e questo perché le menti limitate e poco logiche dei responsabili finivano sotto stress proprio perché non avevano definito ciò che era in discussione e ciò che non può esserlo, finendo per strattonare chi avesse idee migliori o fosse più propositivo-attivo. Il punto è che quanto voleva essere raggiunto NON ERA CONFESSABILE 😉

Invece qua – apertamente – ti confesso che nel momento in cui saltasse la copertura garantita dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (DUDU) e la Convenzione Europea dei Diritti Umani (CEDU) che vigono in forza del Tribunale Internazionale dell’Aja (Le Hague), il Codice di Norimberga e tutto il resto, allora dovremmo ritirarci COME DICO IO in modo stabile fino alla fine di quel periodo che racconteremo ai nostri nipoti come “il più buio della storia”. Credo che ciò non accadrà, ma io mi preparo ad ogni evenienza e così – nello stesso modo – incoraggio voi a essere razionali e preparati.

Chi ha la testa da “figlio di sindacalista” non solo non si porrebbe giammai il problema e neppure si accorgerebbe mai che lo stanno buggerando – avendo una testa “ideologica” – ma finanche applaudirebbe Letta quando dice che “stiamo formando da protagonisti un nuovo ordine mondiale”.

Nel momento in cui si accorgesse di qualcosa che non quadra direbbe a se stesso “naaah, è solo un momento di scoraggiamento”. Suvvia, armi in spalla e lottiamo insieme per.. “i diritti umani quali la vaccinazione a tutti e obbligatoria, una ecologia senza se né ma, cercando di far capire agli stupidi che i fiumi escono se disubbidiscono e non si mettono la mascherina, con i pedofili – poveretti! – a piede libero e i bambini che cambiano sesso, più il controllo sociale assoluto ‘non avrai niente e sarai felice’!”.

Qua serve un “figlio di padre filosofo e madre imprenditrice” cioé capace, calcolando il dare e avere, di farne poi una sintesi e capire che I CONTI NON TORNANO. E poi capace di rimediare al guasto con l’aiuto di tutti coloro che lo vedono per quello che è e che non vogliono subirlo.