Cosa sia “coscienza” è un fatto dibattuto da secoli, sia che lo si guardi in termini di percezione, di responsabilità etica, di “volontà di potenza”, di “inconscio”, di “ombra” o di altro, a seconda che scivoliamo nella filosofia anticamente intesa, in discipline scientifiche specifiche, e poi in scuole, correnti o tendenze.

CHI NON E’ INTERESSATO AL FONDAMENTO PHILO-SOPHICO DEL TEMA PUO’ ANCHE SCIVOLARE FINO AL TESTO IN GRASSETTO DOVE SI TRATTA INVECE DEL “DOVERE MORALE” IN TERMINI CHE SONO OGGI MOLTO STRINGENTI.

Noi buddhisti ci poniamo la questione in termini molto trancianti, ovvero ESPERIENZIALI. Un vero maestro di buddhismo se gli poni la domanda di cosa sia “la coscienza” (quindi “imparare” “capire” “vedere” “conoscere” “scegliere”) probabilmente ti chiederà “cosa vedi?”. Se gli chiedi “in che senso” ritorni alla casella di partenza e hai perso l’occasione.

Solo la nudità del percepire ti può fare intendere cosa sia la “percezione”, quindi dal momento in cui vi è aggiunta una spiegazione la realtà è tradita. Ma nel buddhismo non c’è a fondamento NULLA tranne la ESPERIENZA, che è l’unica via per il RISVEGLIO con il quale si riconosce DI PERSONA il significato profondo della realtà tutta, ovvero del mistero vivente nostro, di tutto, di tutti.

Non c’è nessuna verità da capire, a meno che non ce ne inventiamo una e la usiamo come simulacro per richiamare l’attenzione di chi non capirebbe altrimenti. Ma questo è un’altro aspetto dell’insegnamento buddhista, il quale non si basa sulla fede o su di una “verità rivelata” e ancora meno su di un dogma, ma che si manifesta unicamente nell’esperienza individuale grazie a un METODO.

Con il METODO si impara, in ogni qualsivoglia scuola di buddhismo, a lasciare andare le proprie aspettative per riscoprirsi nella percezione diretta, innata, in-corretta, della realtà. Quindi: mentre tutti cercano di accatastare conoscenze per essere certi di una verità, interrogandosi in una sempiterna inquietudine, il praticante buddhista lascia che la propria “coscienza” torni al luogo da cui è sorta e nella quale siamo tutti designati a vivere in una totale libertà interiore.

Certo, anche noi buddhisti studiamo, ci informiamo, impariamo tante belle cose e pure io sono noto – e talvolta dileggiato – per la mia competenza ed erudizione, forse talvolta “pedanteria”, ma questo non dovrrebbe portare me o altri a credere che ciò possa costituire UNA verità o, per giunta, LA verità.

QUESTO DETTO.

A riguardo del suddetto dovere morale mi sento di ottemperarlo anche aggiungendo che disapprovo già da tre anni la convinta e vigliacca politica vaccinista del governo, dei comuni e delle regioni. Si tratta di una politica che sta rivelandosi, già da tempo e in molti paesi, come problematica – se usiamo un eufemismo – e da me sempre criticata avendo attorno a me numerosi esempi che ho avuto la capacità di vedere e riconoscere nonostante il battage politico e televisivo; a causa di quanto accaduto molta gente è rimasta invalidata ed è morta. Cosa sarà mai che sta devastando intere generazioni, considerando che perfino il CEO di Pfizer, imbarazzato, ci ha fatto sapere che non si aspettavano danni tali? Se lo dice Mr. Bourla dobbiamo ancora nasconderci dietro a un dito?

Dopo il “vaiolo delle scimmie”, giustamente caduto nel ridicolo, abbiamo ora un terribile “pipistrello russo”, semmai ci fossimo dimenticati il pangolino e l’altro pipistrello. Il lato ridicolo di questi frangenti dovrebbe svegliarci e non farci divertire, a mio parere, perché chi ci sta criminalmente coglionando lo fa perché ci è riuscito finora infiltrando – per motivi geopolitici e finanziari – istituzioni governative e non, oltre che muovendo come eserciti quei potentati multinazionali che si sono palesati con il criminoso TTIP, fortunosamente bloccato dalla presidenza Trump. Chi vede chiaramente tutto ciò non vi riscontra nessuna “scienza” o “sanità” ma l’applicazione di Von Clausevitz e di Sun Tzu allo scacchiere geopolitico/militare attuale applicando le strategie di questi maestri del passato conformando tattiche più specifiche e devastanti grazie alla rapidissima elaborazione del’intelligenza artificiale di ultima generazione.

Detto questo ammetto di restare incantato dalla stupidità di molti responsabili della poliotica, della sanità, delle forze dell’ordine e della magistratura che ancora PRENDONO ORDINI DA CRIMINALI STRAGISTI sia in forma mediata che diretta. Questa sindrome di Stoccolma mi sembra intrisa della speranza infantile di costoro di poter essere risparmiati da simil criminali che, nel frattempo, si sono fatti pubblicità in modo accattivante e sportivo:

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