PAGINA IN ETERNA COSTRUZIONE

Una sintesi dei fatti STORICI relativi a paradigmi giurisprudenziali – scelte politiche – metodi di autotutela e determinazione attuabili e vincenti A CURA di Leonardo Anfolsi. Link abbreviato https://bit.ly/autodeterm

Sii te stesso, tutti gl’altri sono già stati presi

AUTO-DETERMI-NAZIONE

DILUVI – NUBIFRAGI – PAPI – RE – STORIA – RACCONTI… FATTI!

PREFAZIONE

Cosa è una corrispondenza – cosa è un simbolo – cosa è una narrazione – cosa è un archetipo – cosa è un fatto storico e… Cosa sono una illazione, cosa una montatura e cosa una associazione indebita, cioè invenzioni utili per puntellare una teoria senza fondamento

Allora. Sarò breve (come disse Pipino re di Francia). Ora è comune e FA CASSA o FA ESSERE ASCOLTATI il riconoscere e indicare simboli dappertutto (quali non importa) e soprattutto COMPLOTTI (come se non bastassero contratti e taciti accordi fra forze parallele) e ovviamente dare loro un valore utile a inventarsi le fantasie più folli a riguardo del PERCHE’ & COME di quanto sta accadendo, mentre PER DAVVERO – invece – un esercito di politicanti, banchieri e finanzieri ci truffa senza chiedersi nulla, questo grazie al via libero di potenti famiglie, collegate da un intento commercial/criminoso, generato dalle loro sociopatie gravi e necessità di mantenersi a galla.

TUTTA QUESTA PAZZIA PARE GIUSTIFICATA DA TEMI QUALI:

a) sovrappopolazione ed ecologia

b) enormi, impensabili (per noi) guadagni = DOMINIO

c) la creazione di nuovi clienti e mercati

MA FA USO DI:

d) speculazione economico/finanziaria + la soluzione delle bolle così creatasi a guadagno totale delle banche & delle élite ma a spese dei cittadini

e) creazione di crisi necessarie per tenere al guinzaglio nazioni e masse in modo che siano produttive e non distratte (un tempo a questo scopo scoppiavano spontaneamente – o quasi – le guerre)

f) l’azzeramento della capacità riproduttiva dei cittadini del mondo e l’azzopparli con malattie varie per tenerli occupati in massa mentre vengono schiavizzati

g) sperimentazione di nuove sostanze (studiate ad uso di pochi eletti) utili ad allungare la loro inutile e mostruosamente sofferta quanto agiata vita

PER OTTENERE:

h) la quarta rivoluzione industriale, transumanista e miserrima quanto ipertecnologica, che compendia tutto ciò che abbiamo testè detto.

i) la schiavitù dell’umanità che non è una condizione nuova ma che vuole essere riportata ai momenti peggiori della storia umana

Tutte queste questioni potrebbero facilmente essere risolte se solo ci fosse fiducia negli altri umani e nel ben volere degli ARCHETIPI DIVINI in atto. Ma, come si è visto, oramai è partita questa sindrome irrefrenabile di devastazione collettiva che si fermerà solo per motivi precisi e incontestabili di ordine socio-politico oltre che, ancor prima, spirituale, ovvero di tempistica cosmica (precessione equinoziale). Il mondo politico è passato da “UBI MAIOR MINOR CESSAT” a “MORS TUA VITA MEA”, che è di per sé una logica che rispetta certamente gli standard freudiani del comportamento umano, quindi certamente distopica e disfunzionale, oltre che criminosa perché altro non vede che 1) il tavolo 2) il bicchiere 3) la sete.

Filippo il Bello e Bonifacio VIII: due criminali vestiti & calzati al potere

RAPIDO EXCURSUS TERMINOLOGICO

Gli archetipi sono quelle entità metafisiche e viventi che raccolgono e significano le funzioni e le leggi del mondo. Esempio: Saturno, Sant’Eustachio, la Strega, Ishtar, Imothep, il Condottiero, l’Eremita, il Mago, il Mondo, il Ragazzo, la Libertà (che in realtà sarebbe più una “prenozione” come anche lo è – che so – l’Amore, o la Misura). Queste realtà che lo sciocco vede come “generalizzazioni”, “casualità”, “indebite catalogazioni”, costituiscono da millenni – anche con parametri e “impacchettamenti” sempre cangianti – un quid che resta invariato coi suoi significati profondi.

Un simbolo non è una digressione o qualcosa che sta per qualcos’altro, ma è una sintesi che ci richiama un principio, sia esso grazie una cifra, una immagine, un disegno; e ciò può essere potenziato da una scelta di forme geometriche, di colori o di suoni. Col simbolo possiamo evocare gli archetipi o direttamente il mistero ovvero l’Eterno.

Una Corrispondenza avviene quando ci accorgiamo che un archetipo è stato tradotto in una altra cultura tramite lo stesso o gli stessi simboli, o con un altro simbolo che però ne sentiamo evocare la stessa qualità unita alla corrispondente forza, cioé quantità. Non solo gli esoteristi la usano ma anche gli antropologi e gli artisti.

Esoterico vuole dire “Noto a pochi”, iniziatico vuole dire a cui si accede tramite un passaggio, sia esso simbolico/rituale, altrimenti reale cioè vissuto, oppure inteso come una rituale collegato a mestiere, età, funzione, come nelle tribù africane. Occultismo è invece quella branca della conoscenza esoterica che, soprattutto nella Francia del XIX e XX secolo, ha voluto allontanarsi dalla religione e dall’iniziazione tradizionali; la new age ne è una attuazione odierna. Gnosi è la via spirituale non fideistica ma esperienziale che si basa su di un metodo preciso e precisi esercizi, come anche su di un intendimento esprimibile almeno per paradossi e delineabile in una prassi che può inverarsi sia in modo graduale che improvviso. Nel mondo cristiano, la gnosi ha un significato diverso legato a correnti storiche precise senza un vero contenuto filo-sofico/esperienziale, quindi di fatto le sette “gnostiche” nel cristianesimo avevano soltanto descrizioni o simboli più elaborati, ma comunque – per quanto si sappia – non erano in effetti niente di veramente gnostico secondo quanto abbiamo spiegato.

Quanto scritto, l’ho voluto precisare in modo che si possa comprendere la differenza fra “verità” e “realtà”. La prima appartiene all’umano che ancora cerca UNA verità, mentre l’altra è dell’individuo che spalanca gli occhi, oltre dogmi religiosi e teorie scientifiche, per vedere la realtà, nuda, incomuncabile e splendente quale è, come nel primo momento del mondo o ancor prima di nascere.

Chi non comprende o non anela alla realtà inventerà, per confortarsi e per darsi ragione, ogni ordine di illazione, qualche montatura, associazioni indebite, cioè invenzioni utili per puntellare teorie e dogmi. Chi ha ratio tenderà invece a fare uso di ragionamenti, a controllarne i sillogismi e le sintesi, a inventare teoremi utili e limitati, nel loro utilizzo, nella loro specificità, nel tempo. Nessuna teoria onnicomprensiva scientificosa verrà mai in mente a una mente saggia, perché in essa vedrà il riflesso della mente dogmatica che già tanto danno ha fatto al mondo.

Bonifacio VIII, Unam Sanctam Ecclesiam
(del 18. 11. 1302)

INTRODUZIONE

“Non è un uomo, né una bestia. È una statua” scrive il Vescovo di Pamiers nei riguardi di Filippo il Bello, ovvero Philippe IV Capet, infatti frequentando certi ambiti ho capito che i sociopatici più pericolosi “non odiano il genere umano” ma non lo vedono. Con una simile belva umana come vicino e contendente, qualunque papa avrebbe abdicato o si sarebbe girato dall’altra parte, ma così non fece Bonifacio VIII, belva egli stesso. Nel momento in cui la bolla papale fu emanata l’intedimento sarebbe stato quello di pareggiare i conti con il re franco, e ricordiamoci che “franco” ancora oggi vuole significare per la legge “affrancato” (es. ‘porto franco’) da quando, fin dall’alto medioevo, Carlo Magno ricostruì tribunali e legge dopo la caduta di Roma. Questo concetto divenne sempre più chiaro dato l’enorme potere che i re di Francia ottennero, fin dal periodo altomedievale e poi aumentarono, più di altre dinastie “cattoliccissime” ma meno “piazzate” nella corsa all’importanza. Come “franco” divenne sinonimo di “libero”, invece “santo” riprese sempre più il suo primitivo significato “diaconale” rinvenibile nella medesima radice latina di “sancito”. Come dire, che so, questo cavatappi è “sacro” perché così è stato deciso. Questa è, per il mio sentire, una possibile contraddizione nella trasmissione diaconale del sacerdozio cristiano, per il quale tutto si impernia su di una trasmissione e giammai sui meriti spirituali e su di una ricerca metodica del singolo: “non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua chiesa”; capisco ciò relativamente a tempi passati dove erano attivi altri archetipi, ma il mondo pretende di essere completo e armonico adesso.

Sigillo e autografo di Carlo Magno CAROLI GLORIOSISSIMI REGIS

Emanata da Papa Bonifacio – con motivazioni bibliche anche al tempo poco credibili – la “Unam Sanctam” affermò il netto rifiuto delle pretese imperiali di reggere la spada in difesa delle “due chiave”. Bonifacio Caetani con questa bolla voleva chiarire di non voler certamente pagare le tasse al re di Francia – che aveva derubato e cacciato pure gli ebrei – perché di spade ce ne sono, sì, due, ma tutte due di proprietà del papa. Per motivare questo diktat teocratico decontestualizza totalmente, similmente a certi complottisti di oggi, ogni versetto utile, in questo caso del nuovo e del vecchio testamento. Per questo, ma anche per altri motivi, Dante lo mette all’inferno, per esempio per aver fatto sterminare i templari – anch’essi derubati oltre che torturati e di sovente uccisi o incarcerati – e distrutto l’Ordine del Tempio, che in quei secoli aveva mediato ogni utile apporto e novità dai mondi islamico, ebraico, mandeo, zoroastriano, arabo, armeno, yezida, ismaelita, mongolo e chi più ne ha più ne metta, e che oltre ciò stemperò le smanie di regnanti e papi. Ma è che non solo Filippo voleva l’oro altrui, ma pure voleva essere il solo a decidere tutto, senza concorrenti di sorta e nemmeno collaboratori, i quali erano infatti del tutto soggiacenti ai suoi voleri. Era solo e di ferro.

Del resto la lotta impotente di Bonifacio Caetani contro Philippe le Bel, giunto il momento topico dello Schiaffo di Anagni, ebbe il suo proseguo nell’avventura disastrosa del papato francese, dato che il Vaticano fu spostato, sempre da Filippo il Bello, da Roma ad Avignone dopo la morte di Bonifacio VIII, grazie a un papa francese, Clemente V, voluto ovviamente da Filippo. Ça va sans dire.

E questi sarebbero stati i possenti creatori di un trust incontrastabile e assoluto capace di legare le anime di tutto il mondo? Cioé con un atto meramente ritual/glamour senza alcuna base operativa-teurgico-pratica? E magari grazie alla pergamena di pelle di bambino (altro delirio esoterizzante)? Questa pretaglia sarebbe la geniale inventrice di una tagliola che ci ha azzoppato tutti? Da quale spiritualismo (materialista) può derivare l’idea che un simbolone o un rituale “massonico” possano scartabellare il mondo?

…E che una bolla papale o un anatema di scomunica possano incatenare l’uomo? E come è possibile che l’essere gesuita o ebreo di qualcuno dal nome altisonante possa incatramare le anime di milioni o forse miliardi sotto un merdoso trust/vampirico?

SVEGLIA, DAI! Le due sberle di Anagni che s’è preso Papa Bonifacio VIII, morto di lì a poco tormentanto dall’umiliazione, sono proprio lì a smontarci questa fantasia. Ma andiamo avanti, che il bello deve ancora arrivare.

Eccoci alla questione del diluvio universale, contenuta in realtà in una sola frase. Per via del diluvio tutti coloro che non sono salvi, cioé dentro l’arca, sono da considerarsi, sì, morti, ma perché n o n c r i s t i a n i e l’arca vuole significare la Chiesa che, sola, dà la salvezza. Quindi chi è stato battezzato e non è stato scomunicato è in piena regola. Ciò viene spiegato molto bene, ma questo sfugge a chi vuole tirare in ballo la legge dell’ammiragliato a tutti i costi.

Chi vuole darsi all’esegesi dilettantesca del testo deve starmi attento e ricordarsi che “cubito” in latino non era solo la misura ma anche il braccio e il gomito e che nel caso si volesse tirare per i capelli il testo per fargli dire che l’arca misurasse un “cubito di lato” vorrebbe significare che era vuota, dato che pure Noè, anche se fosse stato nano, non sarebbe riuscito a entrarvi. Quindi il senso, che si evince anche dalla cotruizione della frase e del contesto ci rammenta “l’olio di gomito” ovvero il “braccio” come “atto del lavorare”, quindi una specie di sineddoche naturale tipica della lingua latina dove per dire “spada” si poteva dire “ferro” e per dire “nave” si poteva più visivamente dire “vela”. Le figure retoriche erano parte della lingua latina e fino a ieri anche della lingua italiana. Poi scomparvero in ottemperanza alla più commerciale lingua inglese dove non ci si fida più di quanto EMANA un individuo ma della giustezza o credibilità giuridica di quanto afferma. Laureato e buon pagatore = credibile, altrimenti anche se avvisi che la casa sta andando a fuoco e si vedono le fiamme nessuno ti crede. La cinematografia americana insegna che chiunque potrebbe essere uno psicopatico e fare una strage, e che questo è assolutamente non prevedibile, il che è notoriamente falso; l’americano medio non capisce chi sei ma guarda come sei vestito e da quale auto scendi, un movimento inatteso può farti sparare da un poliziotto al quale viene data un’arma anche se è sotto psicofarmaci e nella sua vita non ha mai capito un solo istante la differenza fra uno che parla contraddicendolo e uno che urla, ed il semplice fatto che se lui ti dà un ordine secco è naturale che tu abbia fretta di mettere la mano in tasca per estrarne… Il documento di guida.

ideogramma egizio per “cubito”

Chi vuole darsi all’esegesi dilettantesca del testo deve starmi attento e ricordarsi che “cubito” in latino non era solo la misura ma anche il braccio e il gomito e che nel caso si volesse tirare per i capelli il testo per fargli dire che l’arca misurasse un “cubito di lato” vorrebbe significare che era vuota, dato che pure Noè, anche se fosse stato nano, non sarebbe riuscito a entrarvi. Quindi il senso, che si evince anche dalla cotruizione della frase e del contesto ci rammenta “l’olio di gomito” ovvero il “braccio” come “atto del lavorare”, quindi una specie di sineddoche naturale tipica della lingua latina dove per dire “spada” si poteva dire “ferro” e per dire “nave” si poteva più visivamente dire “vela”. Le figure retoriche erano parte della lingua latina e fino a ieri anche della lingua italiana. Poi scomparvero in ottemperanza alla più commerciale lingua inglese dove non ci si fida più di quanto EMANA un individuo ma della giustezza o credibilità giuridica di quanto afferma. Laureato e buon pagatore = credibile, altrimenti anche se avvisi che la casa sta andando a fuoco e si vedono le fiamme nessuno ti crede. La cinematografia americana insegna che chiunque potrebbe essere uno psicopatico e fare una strage, e che questo è assolutamente non prevedibile, il che è notoriamente falso; l’americano medio non capisce chi sei ma guarda come sei vestito e da quale auto scendi, un movimento inatteso può farti sparare da un poliziotto al quale viene data un’arma anche se è sotto psicofarmaci e nella sua vita non ha mai capito un solo istante la differenza fra uno che parla contraddicendolo e uno che urla, ed il semplice fatto che se lui ti dà un ordine secco è naturale che tu abbia fretta di mettere la mano in tasca per estrarne… Il documento di guida.

Bonifacio Caetani inizia, nella sua bolla, col citare il Cantico dei Cantici, e qui il suo eloquio veramente toccherebbe l’assurdo a orecchie ignoranti della dottrina della Chiesa, dato che in effetti il Cantico è sempre stato letto come il connubio fra la Chiesa e l’Eterno; come in tutta questa bolla, vediamo che qua non esprime “stranezze” ma precisi principi della teologia cattolica, quindi anche citando il Cantico ecco che Bonifacio VIII torna sul tema della funzione insostituibile della chiesa ravvisandola nell’innamoramento maritale dello sposo verso la sua “colomba”, questo mentre i più precisi esegeti ebrei – ebrei = coloro che scrissero loשיר השירים shìr hasshirìm = il Cantico – vi vedono semplicemente un invito all’amore e alla procreazione in nome dell’eterno, del sangue e della stirpe. Poi ecco che la bolla tira in ballo anche il salmo 21 dove ci vede tutti come se sfuggissimo il veltro e la lancia, quindi mica solo il diluvio e, come ciliegina – in modo che tutto ciò sia ben chiaro – tratta dell’indivisibilità della chiesa o della spartizione di sue parti o poteri, tirando fuori la storia della divisione delle vesti di buona qualità di Yeshua quando fu crocefisso.

Peraltro la bolla sottolinea la centralità del tema della salvezza nell’unica Chiesa – e non l’unica salvezza del papa alla faccia nostra – definendoci tutti come un branco unico di pecorelle “…poiché il Signore disse a Pietro: ‘Pasci le mie pecorelle'”. E infine si arriva al momento nel quale San Pietro difende Yeshua dall’assalto degli uomini mandato dal sinedrio; oramai Pilato, per questioni di ordine pubblico, si era girato dall’altra parte pur avendo definito il Cristo come non-colpevole, e allora gli scagnozzi del sinedrio agguantano Cristo, quando Pietro con un colpo di spada, taglia l’orecchio a Malco, il servo del sacerdote Caifa. Yeh-shu-ah gli intima di rinfoderare la spada, ma ecco che un normale “metti via la spada” viene reintepretato con un carpiato semantico da Bonifacio Caetani come una implicita ammissione della trasmissione temporale del papato, grazie alla teoria delle due spade. Chi dice che anche un papa non si possa autodeterminare? Più auto-da-fe di così! Ma questo lo rende onnipotente? Aspetta e ti farai quattro risate sul più sfigato si tutti i papi. (l’articolo è molto più lungo in origine e a un certo punto racconterà dello “schiaffo di Anagni” dove Papa Bonifacio VIII verrà schiaffeggiato da inviati del Re di Francia e ci morirà di depressione pochi mesi dopo)

Girando il coltello nella piaga, ho visto un video dove un conferenziere americano era molto convinto della relazione diretta fra bolla/e l’ammiragliato (cioé non semmai come se la bolla fosse un paradigma informante la legge marittima e poi quella “terrestre”), ma proprio convinto che quella bolla abbia un carisma particolare che la renda a tutt’oggi valida. Per spiegare la alta cultura di chi afferma cose simili, nel giro di circa trenta secondi ha sfornato tre bestialità, e cioé che il Vaticano si definisce – dicono in particolare presso il SEC di Washington – come “Holy Sea”, cioé “mare santo” (ed ecco il collegamento col diluvio & la bolla) mentre invece si tratta di “Holy See” (E UNO…) ovvero “Santa Sede” (termine usatissimo nella lingua inglese senza equivoco e senza alcun doppio senso “esoterico”) e poi, le acque del diluvio altro non sono che “le acque amniotiche del parto di tutti e di ognuno di noi” (E DUE…) e che… il re d’Inghilterra – per un qualche motivo rituale – viene incoronato dal papa (…E TRE!). Ecco fatto. Tutto normale? Tutto a posto? Non si nota niente di strano? Delle volte fare un minimo di ricerca piuttosto di credere ai soloni? …Ricordarsi della storia studiata a scuola?! … Mai!

Allora: chi è questo qua… il papa? …A Londra, il papa?

Aggiungo: “Una sola infatti fu l’arca di Noè al tempo del diluvio, che prefigurava l’unica Chiesa; ed era stata costruita da un solo braccio, ebbe un solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di essa furono sterminati tutti gli esseri esistenti sulla terra“. E’ vero, qua sembra che il papa/Noè sia l’unico sopravissuto, ma invece ribadisce nella prima frase che l’arca – nella sua unicità – prefigurava l’unica chiesa e che Noè/Cristo (e non altri!) la aveva costruita e da solo la guidava; ma se prefigurava l’unica Chiesa, ciò vuole evidentemente significare che era popolata ‘sta Ecclesia, no?, cioè che vi dimoravano e vi dimorano a pieno diritto coloro destinati a salvarsi. Lo “sterminio” di tutti gli altri esseri non è una morte possibilmente momentanea, né minimamente dignitosa tale che, dalla quale. si possa essere ripescati e battezzati in nome di Cristo – che era la vera ossessione dei papi al tempo – ma corrispende alla dissoluzione pressocché automatica di chi un’anima non ce l’ha mai avuta.

Eccoti il tizio che era di spalle nell’altra foto mentre incorona Elisabetta II d’Inghilterra: Dr Geoffrey Fisher (1887-1972), Archbishop of Canterbury, per servirvi. Anglicano, NON cattolico, anzi, totalmente, fastidiosamente, puntigliosamente NON-cattolico.

Infatti, all’inizio dello spezzone dopo, nella bolla, Bonifacio VIII ribadisce… “Se quindi i greci o altri dicono di non essere stati affidati a Pietro e ai suoi successori, devono per forza confessare di non essere tra le pecorelle di Cristo, perché il Signore dice in Giovanni che c’è un solo gregge e un (solo e) unico pastore“. Chiaro, no? GLI AFFOGATI SONO I NON-CRISTIANI. Punto.

Quindi Noè, Cristo, Pietro, sono una continuità nella centralità salvifica del Cristo/Dio – non ci sono due “capi” – e tutti i fideles ne compongono il corpo vivo. Fuori sono tutti morti affogati; è una metafora, non una legge e nemmeno un padigma giurisprudenziale. Preciso: questo non significa che non abbia valore la Esistenza in Vita, al contrario, perché con quella iniziamo ad uscire dal contratto disonesto e insano propostoci da STATO ITALIA ecc., ma dico che non la si può motivare su un simile equivoco, nemmeno con la scusa che questo non sia il testo vero della bolla, o altre assurdità del tipo che “le bolle erano scritte su pergamena di pelle di bambino” perché la pelle di pecora non era abbastanza viva ed altre facezie protestanti.

IL TESTO DELLA BOLLA UNAM SANCTAM ECCLESIAM


Unam sanctam ecclesiam catholicam et ipsam apostolicam urgente fide credere
cogimur et tenere, nosque hanc firmiter credimus et simpliciter confitemur, extra
quam nec salus est, nec remissio peccatorum, sponso in Canticis proclamante:
“Una est columba mea, perfecta mea. Una est matri(s) suæ, electa genetrici suæ;”
quæ unum corpus m ysticum repræsentat, cuius caput Christus Christi vero Deus. In
qua unus Dominus, una fides, unum baptisma. Una nempe fuit diluvii tempore arca
Noe, unam ecclesiam præfigurans, quæ in uno cubito consummata unum, Noe
videlicet, gubernatorem habuit et rectorem, extra quam omnia subsistentia super
terram legimus fuisse deleta. Hanc autem veneramur et unicam, dicente Domino in
Propheta: « Erue a framea, Deus, animam meam, et de manu canis unicam meam.”
Pro anima enim, id est pro se ipso, capite simul oravit et corpore, quod corpus
unicam scilicet ecclesiam nominavit, propter sponsi, fidei, sacramentorum et
caritatis ecclesiæ unitatem. Hæc est tunica illa Domini inconsutilis , quæ scissa
non fuit, sed sorte provenit. Igitur ecclesiæ unius et unicæ unum corpus, unum
caput, non duo capita, quasi monstrum, Christus videlicet et Christi vicarius
Petrus, Petrique successor, dicente Domino ipsi Petro: « Pasce oves meas.” Meas,
inquit, et generaliter, non singulariter has vel illas: per quod commisisse sibi
intelligitur universas.

[in corsivo ecco qui sotto l’unica frase relativa al diluvio per la quale si dovrebbe trarre – fra mille altre similitudini – un ragionamento complesso come quello che diversi esegeti affermano a riguardo della Legge dell’Ammiragliato]
TRAD: Per imperativo della fede noi siamo costretti a credere ed a ritenere, che vi è una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica, e noi fermamente la crediamo e professiamo con semplicità, e non c’è né salvezza né remissione dei peccati fuori di lei – come lo Sposo proclama nel Cantico: “Unica è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza pari per la sua genitrice”. Essa rappresenta l’unico corpo mistico, il cui capo è Cristo, e il capo di Cristo è Dio, e in esso c ́è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Una sola infatti fu l’arca di Noè al tempo del diluvio, che prefigurava l’unica Chiesa; ed era stata costruita da un solo braccio, ebbe un solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di essa furono sterminati tutti gli esseri esistenti sulla terra.
Questa (Chiesa) noi veneriamo, e questa sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: “Libera, o Signore, la mia anima dalla lancia e dal furore del cane,
l’anima mia”. Egli pregava per l’anima, cioè per Se stesso – per la testa e il corpo
nello stesso tempo – il quale corpo precisamente Egli chiamava l’unica Chiesa, a
causa dell’unità dello Sposo, della fede, dei sacramenti e della carità ecclesiale.
Questa è quella veste senza cuciture del Signore, che non fu tagliata, ma data in
sorte. Dunque la Chiesa sola e unica ha un solo corpo, un solo capo, non due teste come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro, perché il Signore disse a Pietro: “Pasci le mie pecorelle”. “Le mie”, Egli disse, parlando in generale e non in particolare di queste o quelle, dal che si capisce, che gliele affidò tutte.

Sive ergo Græci sive alii se dicant Petro eiusque successoribus non esse
commissos: fateantur necesse se de ovibus Christi non esse, dicente Domino in
Ioanne, unum ovile et unicum esse pastorem. In hac eiusque potestate duos esse
gladios, spiritualem videlicet et temporalem, evangelicis dictis instruimur. Nam
dicentibus Apostolis: « Ecce gladii duo hic,” in ecclesia scilicet, quum apostoli
loquerentur, non respondit Dominus, nimis esse, sed satis. Certe qui in potestate
Petri temporalem gladium esse negat, male verbum attendit Domini proferentis .
“Converte gladium tuum in vaginam.” Uterque ergo in potestate ecclesiæ,
spiritualis scilicet gladius et materialis. Sed is quidem pro ecclesia, ille vero ab
ecclesia exercendus. Ille sacerdotis, is manu regum et militum, sed ad nutum et
patientiam sacerdotis. Oportet autem gladium esse sub gladio, et temporalem
auctoritatem spirituali subiici potestati. Nam quum dicat Apostolus: “Non est
potestas nisi a Deo; quæ autem sunt, a Deo ordinata sunt,” non autem ordinata
essent, nisi gladius esset sub gladio, et tanquam inferior reduceretur per alium in
suprema. Nam secundum B. Dion ysium lex divinitatis est infima per media in
suprema reduci. Non ergo secundum ordinem universi omnia æque ac immediate,
sed infima per media et inferiora per superiora ad ordinem reducuntur. Spiritualem
autem et dignitate et nobilitate terrenam quamlibet præcellere potestatem, oportet
tanto clarius nos fateri, quanto spiritualia temporalia antecellunt. Quod etiam ex
decimarum datione, et benedictione, et sanctificatione, ex ipsius potestatis
acceptione, ex ipsarum rerum gubernatione claris oculis intuemur.


TRAD: Se quindi i greci o altri dicono di non essere stati affidati a Pietro e ai
suoi successori, devono per forza confessare di non essere tra le pecorelle di
Cristo, perché il Signore dice in Giovanni che c’è un solo gregge e un (solo e)
unico pastore. Proprio le parole del vangelo ci insegnano che in questa Chiesa e
nella sua potestà ci sono due spade, cioè la spirituale e la temporale, perché,
quando gli Apostoli dissero: “Ecco qui due spade” – che significa nella Chiesa
dato che erano gli Apostoli a parlare – il Signore non rispose che erano troppe,
ma che erano sufficienti. E chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro,
ha malamente interpretato le parole del Signore, quando dice: “Rimetti la tua
spada nel fodero”. Quindi ambedue sono nel potere della Chiesa, la spada
spirituale e quella materiale. Però quest’ultima deve essere esercitata in favore
della Chiesa, l’altra direttamente dalla Chiesa; la prima dal sacerdote, l’altra
dalle mani dei re e dei soldati, ma agli ordini e sotto il controllo del sacerdote.
Poi é necessario che una spada sia sotto l’altra e che l’autorità temporale sia
soggetta a quella spirituale. Perché quando l’Apostolo dice: “Non c’è potere che
non venga da Dio e quelli che sono, sono disposti da Dio”, essi non sarebbero
disposti se una spada non fosse sottoposta all’altra, e, appunto come inferiore,
non fosse dall’altra ricondotta a nobilissime imprese. Poiché secondo san Dionigi
è legge da Dio, che l’inferiore sia ricondotto per l’intermedio al superiore.
Dunque le cose non sono ricondotte al loro ordine alla pari e immediatamente,
secondo la legge dell’universo, ma le infime attraverso le intermedie e le inferiori
attraverso le superiori. Che il potere spirituale supera in dignità e nobiltà tutti
quelli terreni dobbiamo proclamarlo tanto più apertamente quanto lo spirituale
eccelle sul temporale. Il che, invero, noi possiamo chiaramente constatare con i
nostri occhi dal versamento delle decime, dalla benedizione e santificazione, dal
riconoscimento di tale potere e dall’esercitare il governo sopra le medesime.

Nam, veritate testante, spiritualis potestas terrenam potestatem instituere habet, et
iudicare , si bona non fuerit. Sic de ecclesia et ecclesiastica potestate verificatur
vaticinium Hieremiæ . “Ecce constitui te hodie super gentes et regna” et cetera,
quæ sequuntur. Ergo, si deviat terrena potestas, iudicabitur a potestate spirituali;
sed, si deviat spiritualis minor, a suo superiori; si vero suprema, a solo Deo, non
ab homine poterit iudicari, testante Apostolo: “Spiritualis homo iudicat omnia,
ipse autem a nemine iudicatur.” Est autem hæc auctoritas, et si data sit homini, et
exerceatur per hominem, non humana, sed potius divina, ore divino Petro data,
sibique suisque successoribus in ipso, quem confessus fuit petra, firmata, dicente
Domino ipsi Petro: “Quodcunque ligaveris etc.” Quicunque igitur huic potestati a
Deo sic ordinatæ resistit, Dei ordinatione resistit , nisi duo, sicut Manichæus,
fingat esse principia, quod falsum et hæreticum iudicamus, quia testante Mo yse,
non in principiis, sed in principio coelum Deus creavit et terram. Porro subesse
Romano Pontifici omni humanæ creaturæ declaramus, dicimus, diffinimus et
pronunciamus omnino esse de necessitate salutis.


TRAD: Poiché la Verità attesta che la potestà spirituale ha il compito di istituire
il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di giudicarlo. Così si avvera la
profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere della Chiesa: “Ecco, oggi Io ti
ho posto sopra le nazioni e sopra i regni” e le altre cose che seguono. Se dunque il
potere terreno devia, sarà giudicato dall’autorità spirituale; se poi il potere
spirituale inferiore degenera, sarà giudicato dal suo superiore; ma se è quello
spirituale supremo, potrà essere giudicato solamente da Dio e non dall’uomo,
come afferma l’Apostolo: “L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso
non viene giudicato da nessuno.” Questa autorità infatti, benché conferita ad un
uomo ed esercitata da un uomo, non è umana, ma piuttosto divina, attribuita per
bocca di Dio a Pietro, e resa intangibile per lui e per i suoi successori in colui
che egli, la pietra, aveva confessato, quando il Signore disse allo stesso Pietro:
“Qualunque cosa tu legherai ecc.” Perciò chiunque si oppone a questo potere
istituito da Dio, si oppone all’ordine di Dio, a meno che non pretenda come i
manichei che ci sono due princìpi, il che noi giudichiamo falso ed eretico, perché
– come dice Mosè – non nei principii, ma nel principio Dio creò il cielo e la terra.
Di conseguenza noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è
assolutamente necessario alla salvezza di ogni creatura umana che essa sia
sottomessa al Romano Pontefice.

CONCLUSIONE

Cosa è un paradigma giurisprudenziale? Diamo una possibile – ma molto impacciata – lettura di quanto asserito nella bolla “Unam Sanctam Ecclesiam” per giustificare una qualche connessione con la Legge dell’Ammiragliato, per vedere se il riferimento epico, creato da famosi e focosi fautori (f.f.f.!) “dell’autodeterminazione spirituale” possa avere un qualche valore. Poi passeremo ad una argomentazione probabilmente definitiva.

Chiamiamo “paradigma giurisprudenziale” quello che tramite consuetudine giuridica diventa una usanza, un rituale, un intendimento, una lettura dei bisogni e dei costumi contemporanei da tenere in considerazione nel decidere, dirimere e legiferare.

Un esempio esteso e più vago di ciò potrebbe essere l’affermare che “la legge islamica ha preso a paradigma giurisprudenzale fondativo la legge romana tramite un rinnovato intendimento del mos dello ius e della lex, presi comunque a fondamento dell’impianto giuridico islamico, dato che il Profeta era avvocato e notaio”.

Un esempio invece più ristretto – che può inquadrare il tema che affrontiamo – sarebbe: “la formulazione dell’impianto di leggi riguardanti il mare, il commercio marittimo e a navigli e bastimenti, ovvero la Legge dell’Ammiragliato, avrebbe potuto prendere – in qualche misura – dal concetto biblico di “diluvio universale” per considerare il diritto dei soggetti implicati o avrebbe potuto prendere come paradigma giurisprudenziale proprio la bolla papale “Unam Sanctam” datasi l’importanza delle bolle papali al tempo e la pretesa di governo universale là attestata e promulgata urbi et orbi”.

Bene. Di questa ultima possibilità facciamo le debite considerazioni per vedere se una lettura dei fatti che sia tale, o simile, sia plausibile, se possa avere senso l’idea di una connessione diretta fra la bolla e la Legge dell’Ammiragliato, oppure il contrario.

Dimenticavo. In particolare Barbara Banco aggiunge alla suddetta bolla altre due, la Romanus Pontifex Regis di Papa Niccolò V e la Aeterni Regis Clementia di Sisto IV, le qiali, la Banco, denota possano costituire un trittico riconoscibile come “trust”, ovviamente non inteso come “affido” cioé in senso positivo, ma in senso negativo ovvero come “patto di oligopolio o sfruttamento”, ovviamente di tutti noi o, come le dà un brivido dire, “delle nostre anime”. In tal senso questo sfruttamento slitterebbe – ma non si capisce perché – dagli schiavi a tutti gli esseri umani sebbene, in primis, l’Unam Sanctam e poi le altre bolle citate, allunghino le mani verso – esclusivamente – i noncristiani. Quindi, semmai, l’affido sarebbe stato mettere sotto trust i cristiani e “oligopolizzare” gli infedeli; ma ciò che più conta è che una o tutte e tre le bolle abbia potuto mai entrare in funzione come paradigma nella legge del mare o in qualsivoglia altro sistema giuridico. Ciò non mi risulta, anche se certamente la legge dell’ammiragliato ha dovuto affrontare inevitabilmente il tema del possesso di individui umani resi schiavi.

Ingenuamente si può pensare ad una immensa credibilità della autorità papale e quindi ad una possibile lettura mediata da fonte cattolica o cristiana della “Unam Sanctam” in quanto paradigma giuridico, oppure che simile sia stata lettura voluta direttamente e attivamente dal soglio pontificio o da suoi legiferatori. Una possibilità simile esiste, almeno prina della riforma e di Enrico VIII, ma dobbiamo aggiungere che ci sono numerosi e compositi argomenti opposti, a prescindere dall’impatto che il Vaticano ha sempre avuto fra la gente comune. Peraltro laddove si decidevano le leggi finanche nel loro impianto, diciamo che il papa non era la persona più rispettata e ascoltata, a prescindere dalle confusioni fra anglicani e cattolici & protestanti.

Comunque, consideriamo la reale, effettiva credibilità del papato in quei tempi, relativamente al suddetto caso possibile di rilevamento e uso del suddetto paradigma giuridico da usare per legiferare. Diverse dinastie regnanti vivevano in accordo al potere sacerdotale allora detenuto dal papato, continuando così la tradizione del Sacro Romano Impero, e sotto lo stesso mito ed autorità vivevano i loro sudditi. Nell’antichità romana, repubblicana e imperiale, vigeva un simile istituto nella figura dei sacerdos delle confraternite dei pontifex, dei salii, degli arvalia, come anche delle vestali eccetera e, siccome Roma era – giustamente – il paradigma della civiltà ecco che ciò voleva essere riprodotto nell’era cristiana. Tuttavia, fin dai primi giureconsulti – ad esempio Irnerio e poi Valla – vediamo un implicito o esplicito disconoscimento di una totale auctoritas papale, opinione che prese forma in particolare nella contestazione del lascito o donazione di Costantino alla Chiesa (il papato s’era inventato che Costantino Imperatore avesse regalato l’Italia al papa!) un fattaccio enorme – uno sputtanamento – davvero umiliante per il soglio pontificio. In più al contempo abbiamo la lotta per le investiture, dato che i papi volevano investire i futuri re, regine e principi, mentre a loro volta i re e, soprattutto, il Sacro Imperatore, volevano investire alti prelati e papi. Dato tutto ciò, la possibilità di una simile creazione di trust è molto, molto debole anche se, non a caso, il papa si rivolse in tal senso al re del Portogallo e non a re più potente e tranchant come quello francese, svevo o, ancor peggio, inglese o boemo.

Andiamo avanti nel tempo, ovvero verso l’epilogo delle pretese pontificie. Nel 1517, con una dedica provocatoria indirizzata a Papa Leone X, l’umanista tedesco protestante Ulrich von Hutten pubblicò la contestazione di Lorenzo Valla, basata soprattutto su di una precisa analisi linguistica, alla ipotesi del Lascito di Costantino, la vecchia scusa tramite la quale il papato intendeva appropriarsi di tutto. A causa del pericolo che rappresentava per il potere temporale della Chiesa, nel periodo della Controriforma, il trattato fu inserito nell’Indice dei libri proibiti nel 1559. Ah, no?

Dal dodicesimo al sedicesimo secolo abbiamo dunque la sconfitta, graduale e a tratti drammatica, della auctoritas ecclesiastica. A causa di ciò, la possibilità che sia stato creato un simile paradigma – un micidiale trust che incatenerebbe tutte le anime – e, poi, consuetudine giuresprudenziale ancora oggi valida, mi pare inverosimile.

Ma, per concludere, soffermiamoci un attimo su tre ultimi fattori riguardanti sia la bolla testè esaminata, sia la dottrina portata avanti da molti autodeterminati. Sono tre fattori che hanno confuso molti sulla bolla, ma anche tre fattori che sono ignorati o che creano una consuetudinaria confusione condivisa che sopravvive con un passaparola complottista devastante su ogni tema e dai mille riferimenti devianti, così efficaci che mi viene il sospetto che siano inventati sistematicamente dalla mente criminale delle èlite. Questi fattori “dottrinari” che ammalano chi ha una comprensione alternativa al main stream sono:

1- la confusione fra spiritualità, favole, religione, rituale, narrazione, funzioni energetiche (chakra qi astrale eterico) e – infine – perfino questioni epocali che vengono confuse con “profetiche”, essendo le questioni epocali certamente importanti ma… che nullo o poco potere hanno sull’ “anima” e sull’individuo spirituale; sono confusioni simili a quelle di chi crede che essere vegetariani faciliti la via spirituale, confondendo la spiritualità con una purificazione salutistica necessaria ma non centrale; sempre da questa visione confusa, sembra derivare anche la certezza di una civiltà aurea ambientata in un non ben chiaro passato (tipica astoricizzazione e decontestualizzazione americana) quando tutti vivevamo in pace e, finalmente, ecco apparire una futura salvazione collettiva dove il leone e la pecora pascolano insieme, possibilmente dopo una distruzione globale. In modo discontinuo troviamo in questa mentalità vaga e distratta molte speranze salvifiche, qualche comprensione della reale e inamovibile armonia cosmica, però subito rimossa da autoflagellazione psicanalitica o confessionale, desiderio di autodeterminarsi e al contempo un bisogno (tuttavia non rilevato) sia di filo-sofia, come anche di forti e saldi convincimenti autoreferenziali: il tema più dibattuto fra gli alternativi non è la realtà ma la “Verità”, ed ecco perché se si salvano dalla propaganda mediocre del main stream, vengono ingiottiti da quella più sottile e penetrante. Sovente mancano: silenzio interiore, vera liberazione dalla sindrome materialista, gioia e quieta forza, sia interiore che energetica. Posso consigliare, ad esempio, a chi pratica yoga di fare meno asana e praticare di più il pranayama, partendo dagli esercizi uddiyana bandha e kumbakha.

2- Segnatamente sul tema “bolla” sussite l’ignoranza sul “noachismo” ovvero la visione noachita in ambito giudaico, cristiano e quindi massonico che contempla la visione del primordiale “in quanto proveniente dalle acque”; ancora una volta, il contenuto di questo mito fondativo – che prende in realtà fin dalla epopea di Gilgamesh (2000 B.C.) dove appare Utnapisthim – tratta in senso positivo del diluvio e della salvezza interiore che questo genera, quando è preso come simbolo di rigenerazione morale individuale, dato che chi si rigenera in termini spirituali, morali e fisici – come diceva il massone egiziaco Cagliostro – certamente non è rimasto affogato nel diluvio. Questa è una ottima pagina sul noachismo.

Più genericamente il secondo fattore riguarda la fiducia che dovremmo tutti imparare sui miti antichi e sulla possibilità di capirli DAVVERO – dandosi tempo per esplorarli – e viverli schivando le letture da “testimonidigeova” cioé basate sulla lettera dei testi, come se questi fosseo stati scritti da dattilografe e non da geni della comunicazione spirituale ispirati dalla luce della vera Gnosi. Così si smetterebbe di leggere ed ascoltare i ritraduttori della parola antica come Mauro Biglino e Zecharia Sitchin o i deliri del primo David Icke, che sembra invece essersi ripreso in tempo. Un testo non facile ma molto bello per iniziare a capire mondi così distanti può essere “L’Antro delle Ninfe” di Porfirio o “Gli Dei e il Mondo” di Sallustio. Non sono “nomi d’arte” ma due tizi di un millennio e vari secoli fa. Esperti, per davvero, giusto?

3- la raccolta confusa di questioni simboliche, iniziatiche, rituali o cerimoniali (per i più vogliono più o meno dire la stessa cosa). Porgo, dopo la prossima immagine, tre esempi per iniziare a scalzare tutti i deliri più comuni, sai il cercare segni fatti con le mani da parte di politici e soubrettes? Quando non ci si concentri sui i riflessi dentro le pupille che designerebbero la presenza di un rettiliano e altre meraviglie psicotiche? Se a ciò viene aggiunto che “tutto ha un significato” siamo a posto, però quando mentono i politici o i sanitari, o i conferenzieri complottisti, allora non lo rileva nessuno.

…Perchè ovviamente Greenspan o Rockefeller sono massoni, vero? 🙂

Ecco tre esempi disastrosi di confusione para-esoterizzante (seguire bene i sillogismi): Mussolini è stato fatto Cavaliere di Malta, i Cavalieri di Malta sono anche un organismo massonico inglese (già considera “inglese”, poi “anche”) QUINDI Mussolini era massone :-): secondo te, è vero? Trova la risposta su questa pagina e rammenta che Mussolini chiese tre volte di aderire al GOI (il socialismo italiano nacque nelle logge massoniche dato che la massoneria protegge TUTTI anche anarchici e testimoni di geova) ma, dato il suo temperamento, fu rifiutato tutte e tre le volte. Certo, avrebbe fatto comodo pensare che lui fosse consenziente alla manovra del ministro Guido Jung, che decise di portare l’Italia dentro al SEC di Washington. Ma non fu così. Sorry, belle gioie. Il Duce ci cadde da bravo babbeo quale era. A sua discolpa c’è da dire che, probabilmente, neanche noi avremmo capito al volo cosa c’era in ballo.

Secondo esempio: i “Massoni scozzesi sono proprio quelli cattivi cattivi”. Oppure “La massoneria DEVIATA” oppure “gli ALTI gradi” cioé dove, secondo il profano, i massoni quelli veri (mica come te che sei un bonaccione) comandano il mondo o almeno gli altri fringuellaccioni SOTTOPOSTI. In massoneria nessuno comanda nessuno, né dentro alle logge, né fuori. Punto. I “gradi” designerebbero passaggi “iniziatici” o in qualche caso darebbero al massone una funzione di “ufficio” che non detrae nulla da tutti coloro che hanno gradi inferiori. Lo scandalo P2 andrebbe considerato alla luce dell’operazione del deep-state chiamata “stay behind”, ove la CIA usò Gelli come incosciente veleno contro l’Italia e la stessa massoneria. Simili schifezze massoniche sono state, più che altro, faccende a cavallo del XIX/XX secolo, quando la massoneria ebbe una sua funzione nella formazione delle nazioni, della società borghese, dove però la massoneria fu coinvolta anche nelle lotte razziali, dei diritti dei lavoratori, del diritto di voto alle donne e di altri diritti basilari. Altre accuse infondate alla massoneria derivano dal passaparola nati da gruppi evangelici americani i quali, non essendo granché intellettualmente evoluti, notoriamente prendono fischi per fiaschi. Ne ho conosciuti, they are really upright folks: gentili, ospitali, aiutevoli, ma pensare gli è ostico; poi il resto venne attuato da Leo Taxil. Ed è interessante vedere come un truffatore abbia creato una nomea per i massoni che ancora dura oggi, anche perché i massoni si piccano di non rispondere alle provocazioni e fanno spallucce. Chissà come sono le “spallucce esoteriche”?

Uno dei primi afroamericani massone

Terzo esempio: “quelli che frequentano l’esoterismo (e che quindi automaticamente mangiano bambini crudi e fanno rituali strani) hanno segni di riconoscimento precisi”. Famose sono gli slogan “SIMBOLI DAPPERTUTTO” e “I SIMBOLI SARANNO LA LORO ROVINA” come se i massoni o chi altri avessero una pulsione scomposta e irrefrenabile di far sapere i loro “segni” e simboli! Per alcuni sodalizi è vero che esistano simboli e segni per riconoscersi, ma non li fanno certamente in pubblico. Quindi, al posto di cercare triangoli con l’occhio ovunque (no, quella chiesa non è dei massoni ma la pupilla nella mandorla è un antico simbolo cristiano!) fai caso al fatto che QUESTO, invece è davvero un simbolo massonico. Ah, dimenticavo, è pure un emoticon.

EMOTICON MASSONICO

L’Acacia Massonica (simbolo osirideo di vita eterna): lo sapevi?

Chi commette errori banali su storia, esoterismo o altro e che ho simpaticamente (spero) contraddetto e un poco sfrucugliato su questa pagina, non è per me un avversario né un “infedele”, dato che nella vita, se si fa qualcosa, si sbaglia e dato che anch’io avrò detto prima o poi, nella mia vita, delle sonore cagate. Quindi “buona ricerca” a tutti.

“I SIMBOLI SARANNO LA LORO ROVINA” 🙂 infatti sarà per questo che Bolsonaro ha pronti magistrati, avvocati e investigatori privati che lavoreranno non certo sulla eventuale frode elettorale… MA SUI SIMBOLI! 🙂 Non se ne abbia a male l’ottimo Santi, ma QUANDO VA NELL’ESOTERICO…

Concludo e ribadisco: quanto ho scritto non significa che non abbia valore la Esistenza in Vita, al contrario, perché con quella iniziamo ad uscire dal contratto disonesto e insano propostoci da STATO ITALIA ecc., dato che è VERO che il DOCUMENTO D’IDENTITA’ (<<<Ascolta le parole…) non è un semplice “documento di riconoscimento” ma un vero e proprio CONTRATTO a nostro totale detrimento, ancor più oggi, di fronte alla quarta rivoluzione industriale. Quello che dico, invece, è che non si può, delirando come la famosa Tucci Jarraf, motivare l’esistenza in vita sulla base dell’equivoco della bolla di Bonifacio VIII, nemmeno con la scusa che questo non sia il testo vero della bolla (è riconosciuto come tale in tutto il mondo). Una altra facezia RECLAMISTICA è che “le bolle erano scritte su pergamena di pelle di bambino perché la pelle di pecora non era… viva” che fa il paio con altre simpatiche splatterità di origine protestante. Peraltro l’ESISTENZA IN VITA è un documento che ha già un suo modulo prestampato presso i comuni di tutta Italia, il che dovrebbe farci riflettere; esistono dunque degli spiragli, magari preimpostati, magari negati e pure deviati, ma ci sono: loro lo sanno e noi pure.

Dico che saremmo a un buon punto se al posto di digrignare i denti e “cercare il bastardo ignoto”, ovvero il gatekeeper o l’infiltrato, accettiamo il fatto brutale ma veritiero che i fetenti sono tra di noi con la loro faccia, hanno nome e cognome, li conosciamo, MA che vanno DAVVERO ARRESTATI E LASCIATI DENTRO QUALCHE ANNETTO! …E non IMMAGINATI già tutti a Guantanamo come credono i complottisti più coglioni imboccati dalla propaganda del deep-state.

Personalmente, posso essere considerato un “esperto di spiritualità”, posizione che rifiuto in termini più estesi ma che accetto SOLO per dare un parere a chi non ha ancora capito quanto ho ora espresso, dato che la posizione di capopopolo o di opinion leader non mi interessano: “Non parlate cogli angeli, parlate con voi stessi e con l’universo senza attendervi risposte che non siano inerenti a un DARSI DA FARE PRATICO”, solo così si è “spirituali”, perché chi parla del nulla non vuole dire che veda la realtà metafisica ma, molto probabilmente, non vive né quella spirituale né quella “fisica”. Per dirla schietta (e per evitare l’accusa di “egoicità” non parlo di mie esperienze): “Chi ha conosciuto Daskalos, il veggente e mago di Strovolos, sa che lui usciva – sì – in astrale, ma che da “là” poteva dire chi c’era fuori dalla porta e non chi c’è sul pianeta Papalla, che siamo capaci tutti, dato che NESSUNO sa dov’è”. Al contempo Daskalos si sottoponeva a una disciplina di ferro che lo ha anche stancato oltre misura, nel tentativo di aiutare altri.

Caro lettore, c’è tanto da capire e da fare, e spero solo di essere stato utile. Aggiungo; abbiamo da lavorare ma, fortunatamamente, saremo supportati dal cambiamento dei tempi, ovvero da un cambiamento in atto della mentalità planetaria. Credimi o capiscimi, non è niente di mistico, profetico o millenaristico (anche se a molti farebbe piacere) ma è più semplicemente un fatto astronomico. Quindi: se tiriamo in ballo la “spiritualità” parliamo di un piano che potrebbe anche non essere toccato dalla nostra stessa morte, per essere chiari.

Quando invece trattiamo di SOLUZIONE DI PROBLEMI CONTINGENTI, senza buttarla tanto sull’esoterico, direi che avremo da fare, che ci serviranno anche preghiera e meditazione, per dirigere la nostra azione individuale e collettiva, e che saremo aiutati anche da VERI stati sovrani. Gaudeamus Igitur.

Come si fa a riconoscere un buon amico e mentore nell’autodeterminazione? 1) Non ti lascia lì sul predellino ad aspettare sudando e temendo che, a causa di qualche tua scelta “stramba”, non ti confischino tutto quello che hai 2) soprattutto non ti fa aspettare “Il prossimo corso a Casalpusterlengo sul Minchio, durante il quale ti sarà dato tutto (falso) per la modica cifra di… (falso)” 3) se non sa qualcosa non trova scuse e ti dice una parola in aramaico che è davvero magica: “nonloso” 4) e poi ragiona con te a voce alta per farti capire come si risolvono i problemi in questo campo oppure, con te, chiama altri e chiede a questi 5) se gli chiedi cosa fare per… non ti fa fare cose assurde per imparare dai tuoi errori e 6) …poi farti la ramanzina che “ognuno deve badare a se stesso se no non è autodeterminazione” 7) Com’è quando per fare il bello ti risponde sulle chat con dedizione e affetto per poi mollarti lì quando si spengono i riflettori? secondo te è un buon mentore? 8) l’ultimo fattore di disgusto è quando lo hai pagato (quanto? perché anche questo è un argomento che può dire molto) e non ti ha dato quanto promesso e si inventa scuse, tanto tu sei lì appeso e hai ben altro a cui pensare quindi lui la fa franca e si distrae con un’altra mandata di beccafichi pronti a finanziarlo. Ultima questione: sia mentori essenzialisti (solo EV e forse LR) sia mentori diplomatici (99.00.00) devono sapere cosa fare in tribunale e quel giorno, se capiterà mai, devono essere lì con te o, se non possono, informarne altri che ti supportino. Così impari anche tu, anche quello, e si diventa fra tutti una squadra formidabile di Difensori dei Diritti Umani.

Per concludere: non è la Chiesa che ti segrega, nè il sionismo, né i gesuiti, né la massoneria, né gli aschenaziti, né STATO ITALIA (maiuscolo poiche debitori? Magra consolazione), né Bonifacio VIII, né i carabinieri “deviati”, né la Russia o l’Ucraina in quanto tale. Piuttosto, i criminali a piede libero… – politici o scienziati o virologi informatici o sanitari o patron o amministratori delegati o giornalisti – …non vanno scrutati per vedere se nel caso “fanno gesti strani”, ma vanno arrestati, perché NON “SARANNO ROVINATI DAI SIMBOLI” MA DALLE IMPUTAZIONI CHE PORTEREMO DAVANTI AI TRIBUNALI. Non so te, io sarò immensamente felice di vederli rovinati DAVVERO. BASTA CON L’ESOTERISMO IMMAGINATIVO, è facile capire chi lo usa come “nero di seppia” e vedere come chi abbocca faccia la fine del calamaro. Seguire il denaro e i conferimenti di potere gestionale e politico – cioé i “pupari” e i vari “pupazzi” – questo è da farsi, e questo facevano Falcone e Borsellino quando si accorsero che la nuova mafia era diventata finanziaria e globalista: furono i primi a parlare di Bildelberg, dopo di che la totanaggine compulsiva generalizzante decise di chiamare tutto ciò “Gruppo Bildelberg” – che è un hotel a Oosterbeek – quando invece OVUNQUE intrecciano accordi, o li lasciano avverare.

Se uno vuole autodeterminarsi può farlo per proteggersi in questo tempo assurdo e così aiutare altri a non essere dissanguati, punturati, chippati o sedati e in questo percorso troverà altri coi quali fare una massa critica inarrestabile. Se si capisce questo – oggi è il Marzo del 2023 – credo che siamo a buon punto, come anche che abbiamo il cuore al posto giusto, e quindi fiato sufficiente per liberarci sia interiormente con meditazione, rituale e preghiera, sia vivendo e condividendo pura gioia assieme a persone vere come noi, anche se di pareri o orientamenti diversi. Questa è la strada vincente perché ha un cuore aperto e disposto ad agire.

Metodi di Autodeterminazione INSENSATI e NO

Ovviamente concordo, parola per parola, con Pietro Bisante che commenta questo suo ottimo video di commento al delirio insensato di Nali e Fusco. A causa di ciò l’autodeterminazione-come-percorso rischia di non fare una bella figura quando invece è un tema serio, anzi, cruciale per il nostro futuro e per tutti quei cambiamenti che ci porteranno fuori da una concezione impositiva e poco funzionale di “stato” magari tutta abbellita con concetti sempre intesi senza alcun spessore fattivo né garanzia minima quali “democrazia”, “solidarietà”, “rappresentatività”, “minoranze”, “ecologia” e altre bufale.
L’autodeterminazione è TUTTA ALTRA COSA. link el video: https://youtu.be/gzdHlJkoxqc

https://www.facebook.com/quattrinitiziano/videos/656910429531160/

Il link sopra è di Altair Quattrini che spiega come gestire la questione auto non sia facile, IN PARTICOLARE SE NON LA SI E’ MESSA SOTTO TRUST FIN DALLA PRIMA IMMATRICOLAZIONE.

https://fb.watch/iUszYABVaR/

In questo altro link sopra abbiamo il giusto modo di comportarsi da autodeterminati, peraltro durante il lockdown. Complimenti per i nervi saldi. E’ comprensibile il dubbio e il tentennamento dei carabinieri in quanto spinti da un governo di patetici pagliacci a far passare come “consuetudine” un decreto – in quei giorni – non avente forza di legge. Bravi questi autodeterminati col loro rispetto verso il lavoro altrui: si ringrazia e si saluta, sempre, da veri diplomatici, le FFdOO non sono i nostri amichetti, non sono i nostri nemici, è personale in divisa impegnato a nostro beneficio e che sta lavorando, quindi va rispettato.

Questo sopra è un bel video (di 9 anni fa) commentato da amici su una chat telegram. Per il commento puoi andare in questa chat niente male che apprezzo al 95% (il che è già molto) https://t.me/autodeterminazioneindividuale

https://www.nextquotidiano.it/andrea-castellani-nativo-carcere/

Altro annoso caso, quello di Andrea Castellani, qua sopra; certamente è un autodeterminato coraggioso, che cerca di aiutare molti (al contrario di quanto proditoriamente asserito) che dice cose sensate ma… Do una traccia… “coercibilità”. E’ vero, il tribunale e altre istituzioni sono aziende, non avrebbero quindi una connessione diretta con uno stato sovrano, sarebbero irregolari, ma… DOVE SI SBAGLIA CASTELLANI E DA DOVE PASSANO PER SANZIONARLO IN MODO “SCORRETTO” MA PERFETTAMENTE REGOLARE?

Ci stiamo lavorando, dateci tempo.